Memorabile

MEMORABILE” Giornata della Memoria per i ragazzi e le ragazze delle classi 5^ del plesso B. Munari

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Da diverso tempo gli alunni del plesso B.Munari partecipano numerosi con i loro insegnanti a questo momento commemorativo, in ricordo degli ebrei cesenati che non hanno fatto ritorno dai campi di sterminio.

Quest’anno le classi quinte hanno assolto un compito molto importante: portare a conoscenza della cittadinanza le storie di tre di queste famiglie: Forti, Jacchia e Saralvo, e lo hanno fatto in maniera delicata e coinvolta, raccontando la  loro storia attraverso momenti di vita, con piccoli dialoghi e poesie dialettali che il poeta Cino Pedrelli, amico dei Saralvo, aveva dedicato alla loro memoria. 

 

Eccole qui riportate:

 

E’ FONOGRAF
U m’ à mandè a ciamè par salutem:e’ dè dopo, lo, e’ su bab e la su mama

i partiva pr’é chemp ‘d cuncentramaint.
L’aveva preparè, pensa, e’ fonògraf

ch’a j avami imparè, totta la crecca,

a balè tra ‘d nun, sotta a un sol

ch’u z’ spachèva la testa a e Borgh dla Paja.
“Quest- u m’° dett- a t’e’ reghèl a te”

“Cs a dit reghèl. A t’e ten solament

infina ch’° turnè. Vujtar adèss

andè in vilegiatura. Par tri mis.

Da què a tri mis a sì d’arnov aquè”.
Giorgio u m’ guardeva cun una gran chèlma:

“No, nun a’n’ turnam piò”.
Ecco. I n’è turnè piò nisun di tri.
Cino Pedrelli

IL FONOGRAFO
Mi ha mandato a chiamare per salutarmi:il giorno dopo, lui, il suo babbo e la sua mamma

partivano per il campo di concentramento.  
Aveva preparato, pensa, il fonografo

con cui avevamo imparato, tutto il gruppo di amici

a ballare tra di noi, sotto a un sole

che spaccava la testa a Borgo Paglia.
“Questo- mi ha detto- te lo regalo”.

“Cosa dici regalo. Te lo tengo solamente

fino a quando non tornerete. Voi adesso

andate in villeggiatura. Per tre mesi.

Da qui a tre mesi sarete di nuovo qui.”
Giorgio mi guardava con una gran calma:

“No, noi non torneremo più”.
Ecco. Non sono tornati più nessuno dei tre.
Cino Pedrelli

 

GIORGIO
La bura la spalancarà la porta:l’antrarà Giorgio, tott incaputè,

tot insciarpè, cun e ‘ passamuntagna

ch’us i lassa scvert a malapena j òcc.
Pesènt cume una volta, u s’ mitrà in sdè

int la scarana ch’la J é drì ala porta,

senza cavès gnenca la scièrpa, senza

dì una parola. A s’ i farem dintond,

e qualcadun, ch’ u s’ sintirà la fazza

totta quanta bagnèda a l’impruvisa,

u s’ mitrà in znòcc, u j abrazzarà al gambi.
E al dmandi, al dmandi:”… Mo du’ v’ ài purtè?…

Alà sò du’ ch’ l’ é sèmpar giazz e nèbbia?…

E induv èla la mama?…E e’ bab?…Cum’ èla

ch’ a turnè sol che adèss, dop a tènt ann?…”

Mell dmandi. Mo u n’ arspundarà parola.

Du minud, e ‘d arnov e’ sarà in pia.

Par la porta ch’la j era armasta averta

e’ sparirà, ch’ u l’ sta ‘d astè la bura.
Cino Pedrelli

GIORGIO
La bora spalancherà la porta:entrerà Giorgio, tutto incappottato,

tutto avvolto nella sciarpa, col passamontagna

che gli lascia scoperti a malapena gli occhi.
Pesante come una volta, si siederà

sulla sedia che è accanto alla porta,

senza togliersi nemmeno la sciarpa, senza

dire una parola. Ci faremo intorno,

e qualcuno, che si sentirà la faccia

tutta bagnata all’improvviso,

si metterà in ginocchio, gli abbraccerà le gambe.
E le domande, le domande:”… Ma dove vi hanno portati?…

Lassù dove c’è sempre ghiaccio e nebbia?…

E dov’è la mamma?… E il babbo?…Com’è

che tornate solo adesso, dopo tanti anni?…”
Mille domande. Ma non risponderà parola. 

Due minuti, e di nuovo sarà in pedi.

Per la porta che era rimasta aperta

sparirà, perchè lo aspetta la bora.
Cino Pedrelli

 

Il Sindaco Enzo Lattuca, assieme alle autorità politiche e militari intervenute, ha lasciato spazio ai ragazzi per questo momento intenso e partecipato e ha permesso il crearsi di un’atmosfera attenta e silenziosa che ha portato tutti i presenti a pensare che momenti storici del genere non debbano ripetersi mai più.

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#pernondimenticare